jueves, 2 de mayo de 2013

Capitulo Provincial 2013: Documento di verifica


Documento di verifica del XVIII Capitolo Provinciale Ordinario della
Provincia di Puglia dei Santi Nicola e Angelo dei Frati Minori Conventuali
(Direttorio per la celebrazione dl Capitolo Provinciale Ordinario, nn. 58-59)

Definitorio Provincial y Economo
La nostra Provincia «è molto ricca e variegata», come afferma nella sua relazione il visitatore generale fr. Miljenko Hontic, e per questo è caratterizzata da problematiche legate alla sua volontà di vivere adeguatamente la sua vocazione. Afferma la propria identità francescana ed evangelizzatrice, soprattutto delle nuove generazioni e in loro compagnia.
Il filo rosso evidenziatosi in tutte le relazioni dei frati e dei laici è l’esigenza primaria più richiesta e sentita della formazione iniziale e permanente.
Si è richiamato spesso l’ascolto e l’attenzione alle voci laicali, specie dell’O.F.S., Gi.Fra., MI, Gi.M.I., per un orizzonte evangelizzante non “innamorato del proprio ombelico” di frati e delle nostre esistenti realtà pastorali.
Viene espresso l’urgente e doveroso coraggio di lanciarsi, frati e laici insieme, verso il mondo per un’evangelizzazione nuova e francescanamente condotta.

Ambiti privilegiati della verifica

1. Primato di Dio e formazione permanente:

Luci: si rilevano: tendenza a celebrare la Liturgia delle Ore con i laici; diffusione della lectio divina; buon ritmo della preghiera comunitaria. Lodato l’impegno per la formazione permanente, non solo nel capitolo conventuale; attenzione e partecipazione alle giornate di fraternità.

Ombre: a volte la preghiera appare formale o le viene dedicato un tempo residuale; fatica della condivisione di vita durante la lectio; primato di Dio a volte piuttosto teorico, che intercetta poco la vita e il discernimento della volontà di Dio; difficoltà a parlare delle cose di Dio anche in  capitolo conventuale; insufficiente attenzione alla celebrazione del sacramento della riconciliazione e alla scelta di una guida spirituale personale.

Prospettive: organizzare la vita della comunità a partire dalla preghiera liturgica; esercizi spirituali provinciali; vivere in continuo stile di preghiera; puntare di più sul primato di Dio; fare degli incontri “tecnici” sulla lectio divina e sulla celebrazione della Liturgia delle Ore come incontri provinciali di formazione permanente; curare maggiormente la preghiera personale.

2. Animazione vocazionale e formazione iniziale

Luci: positivo il lavoro fatto a livello regionale, che risulta ben strutturato e in parte svolto in rete; maggiore concretezza ai progetti di PGV derivata dal migliore utilizzo dei moderni media.

Ombre: eccessiva delega di questo impegno agli animatori regionali; poco impegno personale e comunitario a livello locale; troppe mansioni affidate agli animatori vocazionali con l’impedimento a “esserci” con i giovani.

Prospettive: redazione progetto locale PGV; esercizi spirituali cittadini; PGV come motivo e occasione di comunione nella e della comunità; primi contatti vocazionali nella comunità di origine più prolungati; costituzione in ogni convento, attorno all’animatore vocazionale e della pastorale giovanile, di una piccola equipe di laici; oltre all’animazione provinciale, anche a livello locale si abbia passione per questo settore che può contribuire a rendere “bella” la comunità; diverso approccio a lavorare in equipe; riapertura del postulato in Provincia, se possibile; formazione specifica di animatori di PGV capaci di essere educatori che sanno individuare nel buio dei nostri tempi le vie di Dio e offerta di occasioni particolari di dialogo personalizzato con i giovani; incremento della preghiera e delle opere di penitenza per impetrare da Dio le vocazioni; confronto dal vivo con i giovani, che mostrano ancora il bisogno di un contatto diretto; ricupero di un ruolo più attivo della comunità della Grottella dove abiti l’animatore provinciale.

3. Vita fraterna, apostolato e governo della Provincia

Luci: tanto bene che il Signore compie attraverso di noi, ovunque, nonostante le molte difficoltà e la solitudine superate solo dalla consapevolezza della sua presenza; grandi opportunità offerte dalla nostra variegata presenza pastorale sul territorio: santuari, cappellanie, parrocchie, centro di spiritualità… ; vicinanza del governo provinciale dimostratosi vicino ai frati fuori dalla regione; attenzione ai frati malati e bisognosi di assistenza.

Ombre: disagio personale dei frati di Sant’Agata (e di altri) che hanno avvertito solitudine nelle vicende che li hanno visti coinvolti in occasione della soppressione del convento; non piena semplicità e immediatezza nei rapporti fraterni; comunicazione talvolta carente a vari livelli; scollamento delle relazioni interpersonali; sovraccarico di responsabilità sulle stesse persone a livello locale e provinciale, che impedisce ai guardiani, in certe circostanze, di seguire più direttamente i frati; alcuni casi personali trattati non nella stessa maniera, a livello provinciale e locale; governo provinciale oberato dall’eseguire le decisioni dei capitoli precedenti e dal rincorrere soluzioni a difficoltà locali;  nella Provincia si è avvertito il cambio generazionale nel governo della stessa.
           
Prospettive: per quanto attiene alla “Grottella” emergono differenti vedute: 1) sospendere la casa filiale se perdurano le attuali condizioni; 2) rivedere lo status giuridico della “Grottella”, per enfatizzarne le potenzialità, soprattutto vocazionali; 3) necessità di un periodo maggiore di sperimentazione prima di nuove decisioni.
Ritorno più forte al nostro carisma in vista della nuova evangelizzazione e della PGV; progetto comunitario incentrato più sull’essere che sull’agire; coraggio di guardarsi dentro per essere più vivi nella vita fraterna; riconsiderazione dell’uso di mezzi specifici per la crescita personale attraverso la corresponsabilità; PPQ, nella parte riguardante la caratterizzazione dei conventi, elaborato dalle stesse comunità; attenzione ai vantaggi previsti dalle normative civili a favore dei frati malati e bisognosi di assistenza; maggiore importanza attribuita alla crescita personale, più che al “da fare”; senza la prima la vita si impoverisce e il lavoro pastorale va avanti per inerzia. Il CSS occasione per creare nuove forme di apostolato.
Collocazione di ministro provinciale, vicario e segretario possibilmente nella stessa sede.

4. Povertà, amministrazione dei beni e Centro della Spiritualità e Sociale

Luci: vita abbastanza semplice e sobria nelle comunità; unione degli sforzi nella realizzazione del CSS; miglioramento delle strutture di ciascun convento; contributi all’Ordine e alla Provincia corrisposti regolarmente; amministrazione provinciale oculata e attenta all’osservanza delle norme civili in materia; personale a nostro servizio retribuito secondo le legislazione vigente; collaborazione di alcuni frati alla conduzione dell’economia provinciale; ricorso alla consulenza di professionisti esterni.

Ombre: eccessivo uso delle automobili e di qualche strumento tecnologico; carico sproporzionato sull’attività dell’economo provinciale per l’esecuzione dei lavori al CSS; rilevazione di alcuni abusi nella gestione personale del denaro e delle pensioni; mancata presentazione di progetti edilizi alla commissione competente.

Prospettive: direttore del CSS distinto dall’economo provinciale; preparazione di un piano economico globale per la gestione del CSS da parte della Provincia; inserimento del direttore del CSS nella commissione economica; auspicabile creazione di un’equipe che affianchi il lavoro dell’economo provinciale; governo con maggiore vigilanza sulla vita di povertà delle comunità.

5. Custodia provinciale del Venezuela «Nuestra Señora de Coromoto»

Luci: non si è interrotta la relazione tra la Provincia madre e la Custodia provinciale; miglioramento progressivo della formazione iniziale e permanente; maggiore stabilizzazione vocazionale e riduzione degli abbandoni; pubblicazione sul blog conventualesvenezuela del bollettino custodiale; maggiore autonomia economica della Custodia; costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Guanare.

Ombre: chiusura del noviziato custodiale, difficoltà del monastero delle clarisse di Guanare, interruzione dell’esperienza del CEMIOFS.

Prospettive: la Provincia intende sviluppare il proprio legame spirituale e fraterno con la Custodia provinciale, esprimendolo con ogni forma di collaborazione; incremento della cura dell’animazione missionaria provinciale, come strumento della nuova evangelizzazione.

Trani, 24 aprile 2013

Capitulo Provincial 2013: Relazione sulla Custodia


Introduzione

Carissimi frati capitolari, Il Signore vi dia la pace!
Alcune notizie che possono essere utili per conoscere meglio la realtà custodiale del Venezuela, dove siamo presenti dal 28 novembre 1978: 34 anni e mezzo. Attualmente abbiamo 5 conventi e 27 professi solenni in situazione regolare, dei quali 6 si trovano attualmente fuori dalla Custodia (di altri tre, che sono fuori dall’obbedienza, si sta cercando di regolarizzarne la posizione).
I professi solenni sono così divisi:

·         23 sacerdoti (dei quali 5 sono in Italia e 1 in Costarica)
·         1 diacono
·         3 fratelli religiosi
In formazione iniziale abbiamo:
·         5 professi semplici, studenti di teologia ad Alajuela(Costarica)
·         2 novizi a Medellín (Colombia)
·         4 prenovizi
·         15 postulanti
In quanto alle nostre 5 presenze, vorrei fornire alcune linee sommarie, andando per ordine di apertura:
·         Guanare (Portuguesa) – Sono presenti 7 frati, compreso il sottoscritto. L’attività è prettamente parrocchiale. Abbiamo 2 parrocchie: San José Obrero, in città, che comprende anche la cappella della Vergine di Fatima; e S. Pietro Apostolo, a Papelón, parrocchia rurale a 70 km circa, con vari “caseríos” sparsi in un largo territorio.
·         Palmira (Táchira) – Si tratta del seminario, che attualmente conta 3 frati formatori e 19 postulanti, compresi i prenovizi. Al di là del lavoro formativo, i frati sono cappellani di 2 collegi, che non portano via molto tempo, e i ragazzi sono coinvolti nella gestione del seminario e nella ricerca di risorse per andare avanti (allevamenti domestici, orto, riffe, eventi, ritiri e convivenze per i collegi cattolici). Non tutto è nuovo; ma mi pare ora più intenso e motivato. Per me questo risulta molto formativo e porta i seminaristi a sentire il luogo e l’Ordine come una famiglia, dove tutti contribuiscono. Naturalmente ciò non accade a scapito degli aspetti formativi classici e degli studi.
·         Pueblo Llano (Mérida) – Parrocchia con 4 frati (fray Orlando si è aggiunto da poco, avendo chiesto di essere cambiato dal seminario). Di essi 2 sono fratelli religiosi, anche se uno è in processo di discernimento per l’ammissione al sacramento dell’ordine. Anche qui ci sono alcune cappelle, delle quali la più distante si trova a circa un’ora di macchina, in montagna. Attualmente il noviziato internazionale è “sospeso”, a causa della difficoltà ad ottenere visti di ingresso al paese, specie se si tratta di religiosi. Ma non abbiamo perso la speranza di riaprirlo, anche perché la Falc nord ci tiene a questo, sia per il luogo, che per i bassi costi della vita.
·         Caracas (Distretto federale) – 4 frati, che accudono la parrocchia, con una cappella principale, e un collegio parrocchiale per alunni di basse condizioni economiche; inoltre hanno la cura pastorale dei due ospedali presenti nel territorio parrocchiale.
·         Barinas (Barinas) – Parrocchia della periferia della città. Sono presenti 3 frati sacerdoti, per un territorio ancora molto vasto, malgrado il fatto che due zone della stessa siano già diventate parrocchie autonome. Naturalmente, data l’ampiezza geografica, la parrocchia è divisa in zone pastorali, che hanno come responsabile un frate, anche se c’è molta condivisione e appoggio mutuo, e la gente avverte che è una comunità che si è fatta carico del lavoro evangelizzatore e non un singolo sacerdote.
Presenze che oserei definire “francescane”, in zone popolari, economicamente non molto redditizie, anche se ci sono alcune piccole differenze tra loro. Certo, ai frati grazie a Dio non manca il necessario e anche qualcosa in più; però quasi non si riesce a mettere niente da parte e si vive alla giornata, condividendo la situazione di gran parte dei venezuelani.
La situazione politica ed economica attuale è molto precaria. La nazione è praticamente divisa in due parti distinte, spesso agguerrite la una contro l’altra. L’inflazione è a livelli preoccupanti e spesso scarseggiano cose elementari, come farina, latte, carne, medicinali, prodotti per l’igiene personale!! La violenza ha raggiunto punte assurde: 21.000 morti ammazzati nel 2012, in una popolazione di 30 milioni di abitanti (in USA 12.000 omicidi con una popolazione 10 volte superiore). La gente quasi non esce di sera, ed è molto difficile organizzare attività dopo la messa vespertina. La vita vale ben poca cosa e si perde l’incentivo allo sviluppo, essendo poi costretti a vivere nella paura del furto o del sequestro. A volte mi si chiede come si può vivere così. Eppure la gente va avanti ugualmente, anche se, rispetto a prima, comincia a lamentarsi di più e guarda spesso al futuro più con preoccupazione che speranza. Scrivo la presente relazione alla vigilia di nuove combattute elezioni presidenziali, che potrebbero migliorare il volto del paese, o almeno questo si spera da parte di entrambe le fazioni.
A livello ecclesiale, i battezzati sono molti, ma i praticanti sono pochi (credo ci siano percentuali quasi italiane...). Vi è poi un proliferare di sette, che attecchiscono soprattutto laddove il sacerdote non arriva, o per impossibilità, o per mancanza di organizzazione pastorale e zelo missionario. C’è da aggiungere che negli ultimi anni la Chiesa cattolica non è stata affatto favorita dal governo, visto che rappresenta una voce critica contro eventuali soprusi e mancanza di rispetto dei diritti di tutti i cittadini. A differenza di confessioni evangeliche e sette, e della santeria, che non incontrano difficoltà nel loro ministero, specie se appoggiano il governo. Anche sacerdoti cattolici favorevoli all’ufficialismo, soprattutto se in maniera pubblica, ottengono tutto ciò che vogliono in termini di benefici personali ed economici.

Unione con Dio

Premesso che non ho gli strumenti per giudicare ciò che si vive a livello più profondo e personale, mi sembra di poter dire che la preghiera comunitaria e la celebrazione dei sacramenti siano ben tenuti presente in tutte le fraternità. Nell’orario giornaliero è prevista la recita comunitaria di tutte le ore canoniche e la celebrazione quotidiana della S. Messa. La qualità è buona e la partecipazione dei frati è soddisfacente. Naturalmente si deve sempre e meglio camminare verso un senso spirituale della preghiera comunitaria, perché rappresenti un momento fondamentale dell’incontro fraterno con Dio; rifuggendo dal compiere l’orario più per dovere, che per il gusto di ritrovarsi insieme davanti al Signore.
L’incontro con la Parola di Dio e la “Lectio divina” sono praticamente quasi assenti nella meditazione personale e comunitaria. Benché la Lectio sia prevista negli orari conventuali, non riesce di fatto a decollare. La meditazione si fa, ma quasi solo nei tempi stabiliti. È difficile vedere frati ai quali piaccia leggere fuori della mezz’ora d’orario, o meditare al di là di questa, anche quando si ha tempo a disposizione. Quasi tutte le letture extra sono finalizzate a impegni pastorali immediati.

Vita fraterna

Nella Custodia ci sono due incontri annuali di tutte le fraternità: la settimana dopo Pasqua, misto di momenti formativi e ricreativi; una settimana a novembre, prettamente formativa. Tali incontri aiutano ad accrescere la dimensione familiare all’interno della Custodia; si svolgono in un clima molto fraterno, di partecipazione gioiosa e sincera condivisione. Secondo me, possono aiutare a superare schemi e pregiudizi che a volte si trascinano, per alcuni frati, dal seminario, e aiutare a riscoprirsi e stimarsi come persone ormai adulte, che hanno consacrato la loro vita a Dio e vogliono camminare verso una santità personale e comunitaria. 
Nelle comunità non ci sono problemi rilevanti. Le relazioni fraterne sono abbastanza buone, fatte salve le normali discussioni e dinamiche tra uomini che condividono spazi e ideali, ognuno con le sue personali vedute e caratteristiche. Parecchio si sta crescendo nell’accettazione mutua, nel considerare l’altro come fratello e non mero “collega”, nella gestione comunitaria degli impegni conventuali e pastorali. La profondità e spiritualità nella comunicazione sono presenti, anche se hanno ancora bisogno di crescere. Più facile risulta aprirsi con sincerità durante alcuni incontri o dinamiche comunitarie, quando l’animatore dà domande riguardanti la vita dei frati e il loro sentire fraterno. Si fa fatica ad applicare teorie, conosciute e belle, alla vita fraterna concreta.
Dappertutto si celebra quasi mensilmente il capitolo conventuale, rispettando la struttura suggerita e la finalità dialogica. Occorre ancora camminare per sentire il capitolo come strumento fondamentale per la crescita personale e comunitaria. Si vive, a volte, perché si deve o con un sentimento meramente organizzativo; non come laboratorio di analisi della realtà con le sue sfide, di produzione di idee e progetti di risposta evangelica, di ricerca della volontà di Dio. Tant’è, che l’aspetto più carente, normalmente, è quello spirituale, al quale si dedica poco tempo e attenzione, per riversarsi sui punti “pratici”.

Attività pastorale

Gli impegni pastorali sono variegati nelle cinque presenze venezuelane, e sono portati avanti con generosità. Avendo i frati attuali vissuto la formazione in ambiente seminaristico diocesano, sono stati influenzati da tale modello di servizio pastorale. Poco a poco, però, si sta entrando nelle modalità proprie francescane conventuali di gestire la pastorale. Si è più liberi nel condividere il lavoro e i propri sentimenti al riguardo; nel permettere che l’altro entri nelle mie cose per opinare e contribuire a migliorare.
Ci siamo accorti di alcune carenze o aspetti che dovrebbero migliorare: più profezia, sia nelle scelte delle attività sia nel modo di portarle avanti; un maggiore zelo apostolico e missionario; una presenza ecclesiale e francescana più “venezuelana”, più propria, latinoamericana, meno legata a modelli ereditati dai padri fondatori, verso i quali, peraltro, tutti nutriamo grande stima e profondo affetto.
Negli anni passati si è ipotizzata, a più riprese, un’apertura missionaria della Custodia. In questo quadriennio si è fatta la scelta di non aprire nuove case, per fortificare e rinsaldare quelle che già abbiamo. L’esperienza dell’interscambio di “personale” con la Provincia madre è una bella possibilità appena iniziata e che potrebbe portare frutti nella conoscenza e arricchimento reciproci.

Formazione iniziale e permanente

In questo momento la formazione iniziale si vive in luoghi differenti: postulato nel seminario di Palmira; noviziato in Colombia; postnoviziato in Costarica. C’è da dire che questa esperienza di internazionalità, non del propriamente cercata da parte nostra, ma che risponde alle scelte dell’Ordine, sta dando risultati e frutti molto soddisfacenti. Circa il nostro seminario, i programmi formativi sono molto buoni e personalizzati; ottimo, a mio modo di vedere, il lavoro dell’equipe formativa, specie del rettore nella persona di fray Franklin Duran.
Sulla formazione permanente del resto della Custodia, ho già accennato sopra. C’è solo da aggiungere che si sente il desiderio di una maggiore formazione francescana. Così abbiamo deciso che la settimana formativa di novembre dovrebbe avere questa finalità, cercando però di attualizzare i temi ai tempi e alle situazioni, anche attraverso un coinvolgimento di tutti nella riflessione. Naturalmente sta risultando molto positiva la “ricaduta formativa” sulla Custodia da parte di coloro che studiano una specializzazione fuori del paese. Credo che lo stesso avverrà con gli studenti di teologia attualmente in Costarica. In ogni modo, sento che i frati stanno camminando, con le fatiche e velocità del caso, verso una ricerca di identità propria e di senso di appartenenza all’Ordine e alla Custodia. Forse la stessa età (molti sui 40 anni…), aiuta a prendere sul serio la vita e la scelta personale di consacrazione a Dio come francescani.   

Aspetti economici e giuridici

Un problema piuttosto serio, che il nuovo definitorio si è trovato a portare avanti, è stato il riconoscimento giuridico della Custodia. Un iter lungo e complesso, specie perché mal consigliati da alcuni esperti nel quadriennio precedente. Grazie all’esperienza e alla buona volontà di fray Franklin, nonché ai suggerimenti mirati di un’avvocato preparata, che non ha chiesto nessun emolumento, a differenza della precedente, siamo riusciti a risolvere la spinosa questione. Ora, per lo stato venezuelano, esistiamo come Ordine. Manca ancora introdurre, poco a poco, tutte le proprietà acquisite in questi anni. Giusto ciò che si sta facendo.
Nel quadriennio precedente si è acceso anche, per alcuni frati, il pagamento allo stato di contributi a fini pensionistici. Dovuto al mancato pagamento di alcune rate, a certa superficialità e fretta nelle consegne ai nuovi responsabili, abbiamo dovuto versare allo stato parecchi bolivares di mora e interesse. Ora pare che le cose procedano meglio. Circa l’assicurazione sanitaria, richiesta dall’ultimo capitolo custodiale per tutti i frati, parecchi si sono inscritti a quella della Conferenza episcopale, alcuni hanno continuato con la privata che avevano, altri versano una quota mensile a un fondo per necessità sanitarie, in attesa di decisioni differenti e più vantaggiose. La sanità pubblica e gratuita esiste, però è molto trascurata e di pessima qualità.
L’economia della Custodia è stabile, anche se non fiorente. I conventi pagano quasi regolarmente i contributi che devono. Soffriamo l’instabilità economica propria di tutto il Venezuela, con prezzi che aumentano di continuo, scarsità nei generi a volte di prima necessità, volatilità della moneta rispetto al mercato e alle valute estere. Non si può dire che si sia raggiunta un’indipendenza economica, e credo che questa sia ancora lontana. Tuttavia, si sta tentando una gestione economica più oculata e trasparente, confidando sulle proprie forze e sull’apporto dei fedeli e benefattori locali. Di fatto, la Provincia ha appena terminato di inviare la quota dell’anno 2010, anche se non ci fa mancare il suo appoggio su altri fronti o quando se ne abbia necessità. Stiamo cercando di cambiare il meno possibile gli euro o di attingere al “Fondo Missioni” della Provincia, per conservare valuta “forte” a disposizione per ogni eventualità. Per noi rappresenta una maniera semplice ed efficace di fare investimento. Ricordo anche che il contributo mensile della Provincia è sceso da 5.000 a 1.500 dollari. Non sono certo sufficienti; ma è servito da stimolo ai frati venezuelani per sentirsi più protagonisti e responsabili dell’economia custodiale, anche se, ripeto, parlare già di autonomia è ancora prematuro.
I frati vivono sobriamente, magari più per obbligo che per scelta. Una certa mentalità borghese è presente, forse anche frutto del passato, quando tutto si riceveva dall’Italia e si viveva da “mantenuti”. Ora si sta passando alla scelta della sobrietà come valore francescano e cristiano, anche se non mancano lotte e contraddizioni. A causa di una politica economica tipica del Venezuela, la maggior parte dei frati ha un conto bancario, per accedere a dollari a prezzo bloccato. Cosa che ha indubbiamente i suoi vantaggi, ma che può generare o ha portato a tentazioni di gestione personale dei soldi o a mancanza di trasparenza. Finora non ci si è potuto dedicare di pieno a tale aspetto, ma è qualcosa che si dovrà affrontare per rispettare il voto di povertà e le indicazioni di trasparenza, sobrietà e solidarietà fatte al Congresso di Nairobi.

Governo della Custodia

Il lavoro di animazione del definitorio custodiale mi pare apprezzato dalla maggior parte dei frati. I rapporti tra i definitori sono molto buoni, anche se non mancano normali tensioni dovute a volte a vedute differenti. Il tutto però, normalmente, si ricompone e si giunge a collaborare. Ci sono stati alcuni intoppi e rallentamenti, dovuti soprattutto a momenti e problemi personali, ma siamo riusciti ad andare avanti con serenità.
Nell’ultimo incontro di definitorio (09 aprile 2013), fray Franklin Durán ha rassegnato le dimissioni da definitore e segretario della Custodia. Benché già un mese fa avesse manifestato un certo disagio personale a seguire in tali uffici, le sue dimissioni ci sono cadute addosso come un secchio d’acqua gelata. Personalmente non sono riuscito a capire le motivazioni vere della sua rinuncia irrevocabile, pur avendone parlato con serenità e a lungo con lui. Abbiamo deciso di non scegliere ancora il sostituto. Ci siamo dati un periodo di riflessione sulle ipotesi avanzate, per poter giungere a una decisione il più possibile azzeccata, sempre nei limiti di scelte umane.
Un grazie davvero sentito e particolare a fray Franklin per il suo servizio in questi due anni, svolto con eccellente dedizione e intelligenza. Un ringraziamento che comprende tutti i definitori, collaboratori saggi e generosi. Dio li benedica, li ricompensi, e illumini la loro vita e attività.

Conclusione

A mo’ di conclusione, mi pare di poter dire che la Custodia ha buone potenzialità, a livello umano e religioso. Certo, parecchie cose sono ancora da affinare, affinché la testimonianza francescana sia sempre più evidente e radicale, incarnata e coerente. Come ogni realtà umana, siamo soggetti agli umori del momento e alla voglia di santità personale; per cui, a volte, atti e risultati non sono quelli sperati o programmati. Confidiamo nella buona volontà dei singoli, nella ricerca di santità delle comunità, nella bontà del cammino formativo dei nuovi. Ci aiutino in questo l’intercessione della Virgen de Coromoto, l’esempio di San Francesco d’Assisi, nonché di tutti i santi francescani, soprattutto quelli della nostra Provincia.
Grazie a tutti i frati della Provincia e a ciascuno, per l’appoggio e la simpatia che da sempre nutrono verso la Custodia del Venezuela. Ci sentiamo ancora “figli” della Provincia madre, verso la quale guardiamo con grande affetto, e dalla quale aspettiamo di essere ancora guidati verso una maggiore maturità umano-cristiana, e indipendenza grata e riconoscente. ¡Dios los bendiga!

fray Matteo Ornelli, custode